La beffa oltre la spesa. Egregi esponenti del Governo…
Nonostante il terremoto aquilano del 2009 sia stato lo stimolo per il primo riferimento normativo sulla prevenzione e mitigazione del rischio sismico a livello nazionale con l’articolo 11 della legge 77/2009, il commissariamento guidato dall’allora Capo della Protezione Civile Nazionale e il Provveditorato alle Opere Pubbliche, in qualità di soggetto attuatore, hanno permesso una spesa di 21 milioni di euro per la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica aquilana non sostituita con i Moduli Provvisori (MUSP), con la semplice riparazione dei danni visibili. Riparazione e al più rafforzamento locale. Nessuna verifica di vulnerabilità sismica, sebbene già prevista e obbligatoria per gli edifici strategici e rilevanti (categoria, quest’ultima alla quale fanno parte le scuole); nessuno di quegli accorgimenti portati tra le Linee Guida per il piano “Scuole d’Abruzzo. Futuro in sicurezza” stilato un paio di anni dopo per il territorio regionale, nei quali la logica della prevenzione e della sicurezza, nonché dell’ottimizzazione della spesa, a noi appare lampante.
Otto anni dopo, le amministrazioni locali rifiutano di affrontare e risolvere il problema: né la Regione, né il Comune, che d’ altronde sulle scuole di sua proprietà non ha provveduto neppure successivamente a verificare nella vulnerabilità sismica, né la Provincia, che le verifiche le aveva fatte nel 2013 e con risultanti di palese inadeguatezza sismica.
Una situazione paradossale in una città ancora in piena ricostruzione post-sisma, che ha assorbito e ancora assorbe enormi risorse pubbliche, di cui, almeno nella parte utilizzata per il ripristino delle scuole, svariati milioni spesi evidentemente male.
La scoperta della situazione delle scuole aquilane ci ha sorpresi e ci preoccupa.
Mai avremmo immaginato che nonostante il dispiegamento di forze e risorse nell’ emergenza del nostro post-sisma, fosse stata trascurata la sicurezza delle scuole, a maggior ragione da parte dei vertici della Protezione Civile che, non più di un paio di mesi dopo il riavvio dell’anno scolastico 2009-2010, ha emesso la circolare sulla “gestione delle verifiche di vulnerabilità sismica ai sensi dell’OPCM 3274/2003”,
o della Reluis che ha supervisionato progetti e lavori sulle nostre scuole e che, supportando le commissioni create appositamente per l’attuazione delle politiche di mitigazione del rischio sismico, ha redatto, giusto qualche tempo dopo, Linee Guida tecniche che parlano di criteri e logiche tanto utili quanto ignorati sui ripristini delle scuole aquilane.
Altrettanto sorprendente è stato ed è a tutt’oggi, l’atteggiamento delle nostre Istituzioni, di livello regionale, provinciale e comunale, che di fronte alle criticità emerse, pur nel mezzo della recente sequenza sismica che continua a ricordarci quanto a rischio sia il nostro territorio, hanno scelto di non rispondere alle nostre richieste di soluzioni le più immediate possibili, e nei fatti, dimostrando una scarsa considerazione della questione. Sono stati avviati gli studi per la relazione geologica su alcune scuole comunali, propedeutiche alla verifiche di vulnerabilità sismica, poche sulle complessive 23 a oggi ancora da verificare, e non c’è traccia di programmazione del prosieguo e soprattutto nessun indirizzo di come si intenderà gestire eventuali criticità che dovessero emergere dagli studi.
Così come, d’altronde, per mesi, si è fatta cadere nel vuoto la richiesta di una soluzione sicura per il Liceo Cotugno, le cui criticità, emerse dallo studio di vulnerabilità, risulterebbero non solo sismiche ma addirittura statiche, per il quale è previsto il pronunciamento del Tar a giorni.
Non troviamo una ragione comprensibile alla indifferenza dei nostri amministratori locali, né tanto meno nella posizione del nostro Sindaco, ormai a fine mandato, il quale ha sostenuto la necessità prima di ulteriori e chiare normative, poi di un protocollo per gli studi di vulnerabilità, poi ancora di snellimenti nelle procedure di appalto, a giustificazione di quanto non fatto dall’ amministrazione comunale per la programmazione e il raggiungimento della sicurezza nelle scuole della nostra e sua città, come pure per la ricostruzione delle scuole ancora allocate in moduli “provvisori”.
L’indirizzo politico del Governo centrale a noi sembra invece molto chiaro: scuole sicure si possono e si devono avere, a maggior ragione in aree ad elevato rischio sismico come la nostra. Negli ultimi anni i programmi di ItaliaSicura e Casa Italia, la creazione di Strutture di Missione specifiche, l’apertura di più fonti di finanziamento per il rinnovo e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico italiano hanno dato evidenti segnali di crescente consapevolezza della necessità di prevenzione nella gestione del rischio sismico. È per questo che, seppure con imbarazzo, abbiamo scritto anche al Presidente del Consiglio Gentiloni, ai Presidenti del Senato e della Camera, e a diversi Ministri, chiedendo loro un interessamento diretto alle scuole dell’Aquila.
Noi, qui, le scuole sicure avremmo dovuto avercele già, almeno dal 2009. Non intendiamo aspettare il prossimo imprevedibile terremoto e rischiare ancora.